Alla morte di Adriano, avvenuta nel 138 d.C., il Senato romano si era opposto al trasferimento delle sue spoglie a Roma e il successore Antonino Pio decise allora di dedicargli degli Agoni alla greca, in virtù della nota passione di Adriano per la filosofia greca e il mondo ellenico. Il soprannome “Pio” probabilmente fu dovuto proprio alla pietà filiale di Antonino verso il predecessore. Per celebrare Adriano, dunque, il neoimperatore fece erigere a Puteoli un nuovo Stadio, magnifico e panoramico, su una terrazza di terra in prossimità dell’Anfiteatro, dove inaugurò i nuovi Giochi, detti Eusebeia.
Il termine in greco indica infatti, “reverenza filiale verso gli dei e i padri” e anche tali agoni, come i più noti Isolympia di Neàpolis, ebbero carattere sacro. L’anno di svolgimento della prima edizione non è certo, ma è probabile che, sebbene indetti nell’anno della morte di Adriano, si siano svolti a partire dal 142 d.C., quando lo Stadio fu completato.
I Giochi di Adriano avevano cadenza quadriennale e includevano gare atletiche e competizioni artistiche. Come quasi tutti gli agoni olimpici, avevano luogo in estate, dopo i Giochi Capitolini e prima dei Sebastà, presumibilmente nel mese di luglio.
Sede dei Giochi era sicuramente il nuovo Stadion, di cui è stata recuperata una parte lungo la via Domitiana a Pozzuoli, in prossimità della villa di Cicerone, oggi chiamato appunto Stadio di Antonino Pio, raro esempio di questo tipo di costruzione in Occidente.
Amartea ripropone pertanto i Moderni Eusebeia nello stesso periodo in cui si svolgevano nell’antichità, negli stessi luoghi in cui realmente avevano sede, nei Campi Flegrei.