Lampadedromìa 2021

Il 26 giugno 2021 torna la Lampadedromìa! La suggestiva mezza maratona da Cuma a Castel dell’Ovo.

Nel quadro di lsolympia – Giochi lsolimpici Partenopei 2021, l’Associazione Amartea indice la V Edizione della Lampadedromia Neapolitana.

 

lsolympia – Giochi lsolimpici Partenopei, ripropone in chiave moderna gli antichi omonimi agoni che si tenevano a Neàpolis in età imperiale. l Giochi, la cui denominazione significa “uguali ai Giochi di Olimpia”, per oltre tre secoli hanno richiamato a Neàpolis atleti e artisti da tutto il mondo all’epoca conosciuto. ll fondatore dei Giochi, Augusto, nell’istituire agoni “alla greca” si era richiamato alla mai rinnegata grecità di Neàpolis, ove era attestata una Lampadedromìa in onore di Partenope fin dalle origini della città. Nel V secolo a.e. tale rito fu consolidato dal navarca ateniese Diotimo, e la Lampadedromia Neapolitana – una staffetta con le fiaccole che si concludeva dinanzi al cenotafio di Partenope, presso l’attuale Castel dell’Ovo – divenne una tra le più note nel Mediterraneo.

 

Amartea ha recuperato questa antica corsa strettamente connessa agli lsolympia e la ripropone in un itinerario suggestivo tra storia, mare e testimonianze archeologiche. L’Evento è organizzato in collaborazione con le Associazioni Afronapoli e i Sedili di Napoli.

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La passione per l’atletismo, che accomunò tutti i centri della Magna Grecia, si era manifestata a Neàpolis fin dalle sue origini, in relazione al mito fondativo di Partenope.

 

Secondo una consuetudine risalente all’epoca micenea ed all’origine delle stesse Olimpiadi, è attestata almeno dal V sec. a.C. una gara connessa al culto della Sirena Partenope, lasciatasi morire fra le onde del golfo per non essere riuscita a sedurre col suo canto Ulisse e pietosamente raccolta dagli abitanti del luogo, che in suo onore avrebbero celebrato attorno al suo sepolcro onori e sacrifici.

 

A metà del V sec., il navarca Diotimo, al comando della flotta ateniese, volendo ingraziarsi la popolazione in funzione antisiracusana, avrebbe potenziato tale culto già praticato nella città partenopea istituendo una gara di tipo ateniese, la Lampadedromìa o corsa con le fiaccole, con ricorrenza annuale, essendosi fuso il culto di Partenope con quello di Demetra-Cerere, la dea delle messi, che, infuriata con le ancelle incapaci di proteggere Perséfone da Ade, le avrebbe trasformate in Sirene.

 

Quindi, gli Isolympia augustei avrebbero preso le mosse da tali secolari riti e agoni partenopei e si sarebbero sovrapposti ad essi. La corona di spighe, che costituiva il premio al Sebastòs vincitore, rappresenta il nesso tra la Lampadedromìa e gli Isolympia.

Per questo motivo, dal 2015, Amartea ha recuperato anche la Lampadedromìa Neapolitana.

Cratere a campana in stile attico a figure rosse, con un giovane atleta che corre reggendo una fiaccola. Il vaso è stato rinvenuto nella necropoli presso Castel Capuano e risale al IV sec. A.C. (Inv. 146743 Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Diritti assolti.)